giovedì 28 giugno 2012

6 (imagine)

La città nel mio cranio è in rovina oramai.
Il fiume della tranquillità 
che divideva il quartiere della gioia da quello della spensieratezza
è ormai inquinato da preoccupazioni.
Qualche pescatore ci va ancora 
a tentare di catturare qualche attimo di pace.
Le fabbriche del sonno sono stata chiuse. 
I cittadini insonni vorrebbero correre nei magazzini dei sogni
ma, mi hanno detto, a breve chiuderanno anche quelli.
Gli addetti alla creazione dei sogni 
sono scappati nel piccolo negozio degli incubi, 
ormai diventato una vera industria.
I pali dei pensieri, un tempo usati per produrre energia positiva, 
sono come alberi senza chioma arrugginiti dai timori.
E' rimasto solo l'imponente parco dell'immaginazione.
Il vecchio guardiano lo protegge ancora.
Le chiavi le custodisce nella tasca della fantasia,  
per difenderle dalla distruzione.
Chissà per quanto manterrà la sua funzione.
Chissà che fine farà una mente senza immaginazione.



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