giovedì 28 giugno 2012

6 (imagine)

La città nel mio cranio è in rovina oramai.
Il fiume della tranquillità 
che divideva il quartiere della gioia da quello della spensieratezza
è ormai inquinato da preoccupazioni.
Qualche pescatore ci va ancora 
a tentare di catturare qualche attimo di pace.
Le fabbriche del sonno sono stata chiuse. 
I cittadini insonni vorrebbero correre nei magazzini dei sogni
ma, mi hanno detto, a breve chiuderanno anche quelli.
Gli addetti alla creazione dei sogni 
sono scappati nel piccolo negozio degli incubi, 
ormai diventato una vera industria.
I pali dei pensieri, un tempo usati per produrre energia positiva, 
sono come alberi senza chioma arrugginiti dai timori.
E' rimasto solo l'imponente parco dell'immaginazione.
Il vecchio guardiano lo protegge ancora.
Le chiavi le custodisce nella tasca della fantasia,  
per difenderle dalla distruzione.
Chissà per quanto manterrà la sua funzione.
Chissà che fine farà una mente senza immaginazione.



5 (l'urlo senza voce)


Sentite?

Vi raggiungono le mie grida?
Ascoltate il mio urlo senza voce.
Nel silenzio che c'è intorno a me rimbomba
muto.
Sentite?
Vi raggiungono le mie suppliche?
Ascoltate la mia richiesta di attenzione.
Nella stanza insonorizzata della mia testa rimbomba
quieta.
L'urlo senza voce, 
che non viene dalla gola ma dal cuore, 
è incessante
eppure è solo un debole eco nelle orecchie del mondo.


4 (bianco)

Bianco.
Una clinica psichiatrica.
Corridoi senza fine.
Un labirinto con troppe stanze da uno o più pazienti.
Sono tutti diversi. Hanno tutti problemi diversi.
I dottori hanno la cura. Aiutano i pazienti.
Ci provano, si impegnano.
Nulla. Si illudono ci sia una cura. 
I pazienti, tutti diversi ma tutti uguali a me.
I dottori, tutti diversi ma tutti uguali a me.
I pazienti hanno solo tanti problemi, come me.
I dottori cercano solo una soluzione, come me.
La mia testa è una clinica psichiatrica.
I dottori e i pazienti sono tutti vestiti di bianco.
Troppo simili per riconoscerli.
Tutti costretti a convivere nella mia mente.
Non c'è differenza tra loro.
Non c'è differenza tra loro e me.
Ci sarà una via d'uscita, per loro?
E' delicato essere dottore e paziente, allo stesso tempo.
Troppi pazienti ma poca pazienza.
Ci sarà una via d'uscita per me?

3 (mi piace...)

Mi piace il rumore di ogni respiro. Il silenzio di una strada deserta. Guardare il mare in tranquillità. Alzare il naso e vedere un cielo stellato. I colori dei fiori tra l'erba verde. Mi piace il verde dei prati e il profumo della pioggia in un prato. I profumi di primavera. Il rumore della pioggia. Le gocce che si rincorrono su un vetro gareggiando in una gara immaginaria. Le nuvole che creano immagini  nel cielo più blu. Il cielo riflesso nelle pozzanghere e immaginare che nascondano tunnel per altri mondi, magari migliori. Mi piacciono i corridoi al buio. Mi piacciono gli occhiali sporchi che se guardo la luce mi fan vedere pallini bianchi. Mi piace il Sole. Le bolle di sapone color arcobaleno. Il buio sotto le coperte quando non riesco ad addormentarmi. I sogni, quando riesco a ricordarli, ancora di più quando riesco a viverli. Le parole con tante A. Le canzoni, i quadri. I baci, gli abbracci, le carezze. I sorrisi e sorridere. Le mani e stringere le mani. Scrivere sulla pelle con le dita. Mi piacerebbe avere persone che mi ascoltano. Mi piacerebbe ricordare tutto ciò che mi piace. Mi piace pensare che queste cose siano interessanti. Mi piace pensare che se apprezzo le piccole cose prima o poi avrò la possibilità di godere delle grandi cose che la vita può offrire. Mi piace trovare la bellezza nelle più insignificanti cose che vedo. Perchè niente è insignificante, e mi piace.